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European Programme on Artists’ Moving Images IV edizione.
a  cura  di Leonardo Bigazzi
VISIO

 

La mostra VISIO. Next Generation Moving Images, prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Lo schermo dell’arte Film Festival e curata da Leonardo Bigazzi, offre l’occasione di un confronto con le opere di 12 artisti under 35, selezionati attraverso un bando internazionale, che lavorano con le immagini in movimento: Brud (India/Polonia), Alessandro Di Pietro (Italia), Rebecca Digne (Francia), LucFosther Diop (Camerun/Olanda), Hoël Duret (Francia), Roberto Fassone (Italia), Giorgi Gago Gagoshidze (Georgia/Germania), Emilie Pitoiset (Francia), Janis Rafa (Grecia/Olanda), Anike Joyce Sadiq (Nigeria/Germania), Dan Walwin (Gran Bretagna/Olanda), Baha Görkem Yalim (Turchia/Olanda).

La mostra propone uno sguardo sulla produzione di film e video di una nuova generazione di artisti, tutti nati negli anni Ottanta, che hanno vissuto la transizione completa da analogico a digitale, la diffusione di internet come immenso archivio da cui attingere e come canale di distribuzione dei propri lavori, e lo sviluppo di tecnologie video sempre più sofisticate ma allo stesso tempo disponibili su dispositivi portatili come cellulari o tablet. L’esposizione permetterà di confrontarsi con diversi formati e supporti, dai video su monitor fino alle videoinstallazioni a più canali, riflettendo sull’approccio contemplativo o sul ruolo partecipativo dello spettatore nei confronti delle immagini in movimento.



Alcuni artisti prediligono un’estetica cinematografica per coinvolgere lo spettatore in una visione immersiva e poetica, come Rebecca Digne, che nell’opera Kino-Peinture utilizza la pellicola 16 mm, trasferita poi su digitale, per catturare lo sguardo sospeso di una spettatrice in una sala cinematografica, o Janis Rafa, con lo stupefacente slow-motion di un’insolita esplosione-ascensione della videoinstallazione A Sign of Prosperity to the Dreamer. Lo stesso fa anche Dan Walwin che nell’opera Op realizza una visione soggettiva in piano sequenza per attraversare luoghi insoliti e abbandonati in un viaggio notturno, tanto singolare quanto misterioso. In New Void Alessandro Di Pietro parte invece dal film Enter the Void di Gaspar Noè, per realizzarne una decostruzione processuale e creare una nuova e complessa struttura narrativa.

Utilizzando l’estetica del found footage e occultando con delle maschere i volti dei protagonisti del film, Émilie Pitoiset in The Third Party crea una coreografia surreale, sospesa tra realtà e finzione, in cui riprende e dirige i gesti quotidiani degli impiegati in una banca di Francoforte. Hoël Duret per girare i suoi film allestisce invece nelle mostre dei veri e propri set cinematografici. Nel film La Vie Héroïque de B.S., l’artista francese elabora un’opera in tre atti fatta di curatissime scenografie e costumi ricchi di riferimenti al design modernista e alle pubblicità o agli show televisivi americani degli anni Cinquanta.

Il visitatore della mostra è chiamato ad una riflessione politica nel video We Are One dell’artista camerunense LucFosther Diop la cui ricerca tra origine da storie di neo-colonialismo e imperialismo messe in scena attraverso una strategia visiva sintetica ed estremamente poetica. Una dimensione fortemente simbolica e performativa caratterizza anche il lavoro di Bah Görkem Yalim, che in Pas de deux propone un’essenziale e tragica coreografia con cui rievocare i sintomi della shell shock syndrome dei reduci della Prima Guerra Mondiale. Ironico e irriverente è invece il lavoro del georgiano Giorgi Gago Gagoshidze che con It’s just a single swing of a shovel propone un documentario surreale su una storia di cronaca realmente accaduta nel proprio paese di origine. .

Lo spettatore è direttamente coinvolto come protagonista nell’opera You Never Look At Me From The Place From Which I See You di Anike Joyce Sadiq che genera un gioco di ombre in cui quella dell’artista interagisce con la presenza fisica dello spettatore. L’artista e performer Roberto Fassone realizza invece con Jeg er enorme jævler I e II un frenetico collage di immagini pop, spezzoni di video musicali, testi, animazione 3D e filmati trovati online che l’artista integra esibendosi dal vivo cantando in lip syncing la colonna sonora del film. La grafica digitale e l’animazione 3D sono invece le tecniche usate nel video Umstülpung del collettivo Brud (Aditya Mandayam & Ada Pola) dedicato alla forma geometrica che descrive l’inversione del cubo, che per i due artisti rappresenta il tentativo di sovvertire concettualmente il cosiddetto spazio white cube dell’arte contemporanea.

HOËL DURET
HOËL DURET, La Vie Héroïque de B.S. - Un opéra en trois actes, 2013-2015

Parte degli spazi espositivi sarà dedicata a seminari, incontri e laboratori, che proseguiranno fino al termine della mostra con ospiti come Andrea Bellini, direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra, Erika Balson, lecturer al King’s College di Londra e Jason Wood, Direttore Artistico (Film) a HOMEmcr a Manchester. Mercoledì 18 novembre gli artisti in mostra presenteranno al pubblico il proprio lavoro.

 

Palazzo Strozzi – Strozzina
Artisti : Brud (India/Polonia), Alessandro Di Pietro (Italia), Rebecca Digne (Francia), LucFosther Diop (Camerun/Olanda), Hoël Duret (Francia), Roberto Fassone (Italia), Giorgi Gago Gagoshidze (Georgia/Germania), Emilie Pitoiset (Francia), Janis Rafa (Grecia/Olanda), Anike Joyce Sadiq (Nigeria/Germania), Dan Walwin (Gran Bretagna/Olanda), Baha Görkem Yalim (Turchia/Olanda).
Firenze 17 novembre-20 dicembre 2015