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Dutch Pavilion
melanie bonajo
When the body says Yes

 
Melanie Bonajomelanie bonajo, When the body says Yes, 2022. Commissioned by the Mondriaan Fund. Photo by Sydney Rahimtoola



melanie bonajo ‘When the body says Yes’

“Sentire è una forma di intelligenza, pensare attraverso il tatto.”
– melanie bonajo

When the body says Yes’ è la nuova video installazione immersiva di melanie bonajo, artistə olandese, registə, sexological bodyworker, coach e educatricə sessuale somatica. Commissionata dal Mondriaan Fund per la Biennale Arte 2022 (23 aprile – 27 novembre), l’installazione fa parte della ricerca dell’artistə sulla percezione attuale dell’intimità, in un mondo sempre più alienante e governato dalle merci. Per bonajo, il tatto può rappresentare un potente rimedio contro la moderna epidemia della solitudine.

Parlando del progetto, bonajo afferma: “L’amore non si impara nell’isolamento e, se lo hai provato, probabilmente l’avrà sentito anche qualcun altro. Abbiamo creato un incantesimo collettivo sotto forma di un camp del piacere positivo, un eros queer eco-erotico, celebrando la nostra affinità attraverso lo skinship; un luogo di caos produttivo e di cura reciproca, dove abbiamo imparato a conoscerci attraverso il tatto, stabilendo confini, dando e ricevendo il consenso, uscendo dalla nostra zona di comfort al ‘Trigger Bar’, praticando terapie inconsuete e accettando ogni sentimento come valido.

Melanie Bonajomelanie bonajo, Dutch entry for the Venice Biennale, photo by Peter Tijhuis_Low Res


Abbiamo formato un gruppo internazionale di persone gender queer, molte delle quali con un’identità biculturale, esplorando la sessualità al di là della concezione occidentale, il significato che i nostri organi genitali hanno per noi e per gli altri, l’auto-espressione come forma di guarigione, il modo in cui la matrice del nostro corpo invia e riceve informazioni di vicinanza e tatto e come ciò prende vita mediante diverse strutture linguistiche. Conosci le dimensioni sensoriali del tuo “No”? Come ti senti quando il tuo corpo dice “Sì”?

When the body says Yes’ conduce i visitatori in un ambiente sensoriale che altera la percezione e invita a riflettere sul significato del tatto e dell’intimità in relazione al proprio corpo. Immersi in un’atmosfera morbida e sensuale, un rifugio ovattato dal mondo esterno, i visitatori possono esplorare il proprio ‘linguaggio tattile’.

When the body says Yes’ è curata da Orlando Maaike Gouwenberg, Geir Haraldseth e Soraya Pol. L’installazione è progettata in collaborazione con Théo Demans.

Per l’edizione 2022, il Mondriaan Fund ha deciso di rompere con la tradizione e presentare il contributo olandese in una nuova location: la Chiesetta della Misericordia di Art Events, un edificio sconsacrato del XIII secolo che si trova a Cannaregio. Il Mondriaan Fund ha inoltre invitato l’Estonia a utilizzare il Padiglione Rietveld per la Biennale Arte 2022.

Melanie BonajoBig Spoon, film still from melanie bonajo, When the body says Yes, 2022. Image courtesy of the artist


melanie bonajo
Dialogo

D - Cosa può dire del progetto espositivo per Venezia?

melanie bonajo - L'amore non si apprende da soli e, se lo hai provato, probabilmente lo ha provato anche qualcun altro. Abbiamo creato un incantesimo collettivo sotto forma di un campo di piacere-positivo, un eros queer eco-erotico, celebrando la nostra affinità attraverso la pelle. Un luogo di caos produttivo e di cura, dove abbiamo praticato esercitazioni di contatto, stabilito confini, dato e ricevuto il consenso, bevuto il nostro drink al trigger bar, fatto terapie strane e di come riconoscere sentimenti validi.

Abbiamo riunito un gruppo di persone gender queer internazionali, dove molti hanno un'identità biculturale, e ci siamo espansi sulla sessualità oltre il discorso occidentale, su ciò che i nostri genitali significano per noi e per gli altri, sull'auto-espressione come modalità di guarigione, sul modo in cui la nostra matrice corporea invia e riceve informazioni sulla vicinanza e sul tocco, e su come ciò si produce in diverse strutture linguistiche. Conosci le dimensioni delle sensazioni del tuo No? Come ti senti quando il tuo corpo dice Sì?

Melanie Bonajomelanie bonajo, Dutch entry for the Venice Biennale, photo by Peter Tijhuis_Low Res


D - Perché la Biennale di Venezia è ancora importante?

mb - La Biennale è tanto valida o importante quanto tutta l'arte che la compone. Quest'anno sembra essere così importante da fornire un altro sguardo alla storia, e in particolare alla storia dell'arte, e reinserire alcune potenti pratiche artistiche che potrebbero essere state scritte altrove e tempo fa. La Biennale è spesso troppo vicina alle strutture di potere che mi rendono ansiosa e stanca del mondo dell'arte, quindi sono davvero eccitata per questa nuova impronta.

D - Pensi che esista un'arte nazionale? O tutta l'arte è universale? Cosa è incompreso o dimenticato della storia dell'arte o delle tradizioni artistiche del tuo paese?

mb - Tutti, oltre agli uomini bianchi cis-het, sono incompresi, dimenticati e/o non menzionati o non menzionati abbastanza.

D - Quali altri artisti del tuo paese ti hanno influenzato o ispirato?

mb - Tedje en de Flikkers.

D - In che modo avere un padiglione a Venezia fa la differenza per la scena artistica del tuo paese?

mb - Il padiglione crea e mantiene delle distinzioni in un modo che non mi interessa molto. Sono molto felice di non essere ai Giardini e di produrre un'opera gratuita per il pubblico. La scena artistica di un paese è molto più definita se basata su relazioni durature con la comunità.

Melanie BonajoOpening Dutch Pavilion, Venice Biennale, When the body says Yes by artist melanie bonajo. Photo by Valter Parisotto


D - Sei già stata alla Biennale, qual è il tuo primo o il miglior ricordo di Venezia?

mb - Il mio furgone è esploso sull'autostrada appena usciti da Venezia durante il mio primo viaggio alla Biennale. La mia migliore amica, due autostoppisti e tutte le mie cose erano dentro. Siamo sopravvissuti tutti. Tutto il contenuto si è dissolto. Il furgone è bruciato con grandi esplosioni. Il poliziotto mi ha dato le sue scarpe. Eravamo bloccati sulla spiaggia in attesa dei nostri passaporti. Qualcuno mi disse di mettere la macchina in una mostra, ma non lo ho fatto.

Ricordo ancora la Biennale. Era la mostra The Encyclopaedic Palace, di Massimiliano Gioni [2013]. Come studente di scienze religiose, arte ed esoterismo, è stato un grande momento vedere così tante opere riunite insieme, e sono rimasta impressionata dalla ricerca documentaria di questa mostra. Mi sono sentita onorata e profondamente toccata nel vedere tutte queste rare opere dal vivo, ed è ancora una delle mie mostre preferite di sempre.

D - Cos'altro non vedi l'ora di poter guardare?

mb - Persone con le viscere sane e il sistema nervoso regolato, che sorridono e apprezzano tutto il lavoro che tutti provano a far sì che questo accada, invece di mettersi le scarpe eleganti solo per fare festa.

Melanie Bonajo MEL aka Purrrrr. Healing Gif portrait by Joseph Marzolla


*melanie bonajo è artistə, registə, sexological bodyworker, coach e educatricə sessuale somatica, facilitatricə di cuddle workshop e attivistə. Attraverso video, performance, fotografie e installazioni, studia gli attuali dilemmi legati alla coesistenza in un sistema capitalista invalidante, e affronta i temi dell’intimità logorante e dell’isolamento in un mondo tecnologico sempre più sterile. Indaga come il progresso tecnologico e la mercatizzazione del piacere alimentino sempre più sentimenti di alienazione, annichilendo il senso di appartenenza del singolo. Le opere presentano metodi anticapitalistici per riconnettersi ed esplorare sessualità, intimità e sentimenti. I documentari sperimentali di bonajo presentano spesso comunità che vivono o lavorano ai margini della società, nell’illegalità ed esclusione sociale, nonché i paradossi insiti nell’idea di agio rispetto a un forte senso di comunità, uguaglianza e politica del corpo.

Le opere dell’artistə sono state recentemente esposte alla Shanghai Biennale,Cina (2020/21); allo Stedelijk Museum di Amsterdam, Paesi Bassi (2020); al Palais de Tokyo di Parigi, Francia (performance 2019); alla Haus der Kunst di Monaco, Germania (2018); a Manifesta 12 Palermo, Italia (2018); al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, Germania (2017); al Tate Modern di Londra, Regno Unito (2017); e al Bonnefantenmuseum di Maastricht , Paesi Bassi (2018).

 


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