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Luca Pozzi
Scorgere il mare oltre le montagne

 
Luca Pozzi "Supersymmetric Partner" 2007-2014
Salto reale di fronte alle "Cena in casa di Simone" di Paolo Veronese, Pinacoteca di Brera, Milano.



Luca Pozzi (1983) è artista visivo e mediatore interdisciplinare.

Ispirato dai mondi dell'arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell'informatica, dopo la Laurea in Pittura e le specializzazioni in Computer Graphics e Sistemi, collabora con visionarie comunità scientifiche tra cui la Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA).

Studiando gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle, la ricerca teorica è convertita in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, disegni di luce e un uso performativo della fotografia basata su una strana sensazione di tempo congelato e multi-dimensionalità.

Il suo lavoro è stato esposto presso importanti musei e gallerie in Italia e all’estero e le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna, il MEF di Torino e L’Archive of Spatial Aesthetics and Praxis di New York. E' conosciuto per la serie fotografica “Supersymmetric Partner”, che documenta i suoi salti di fronte alle pitture rinascimentali di Paolo Veronese e per l’utilizzo di tecnologie a levitazione elettromagnetica in opere dal sapore fantascientifico come “Schroedinger’s cat through Piero della Francesca influence” (Museo Marino Marini, 2010), “9 Churches 9 Columns” (Moscow Biennale, 2011) e “The Star Platform” (Marrakech Biennale, 2012). Nel 2013 mette a punto il dispositivo di disegno di luce da remoto “Oracle” (DLD, Haus der Kunst, Monaco), del 2015 é la mostra “The Messengers of Gravity” (MEF,Torino), mentre del 2017 il progetto “Blazing Quasi-Stellar Object” al CERN di Ginevra. Nello stesso anno partecipa a “Documenta 14” come parte del collettivo “Eternal Internet Brotherhood” (Kassel).

Luca Pozzi "Supersymmetric Partner" 2007-2014
Salto reale di fronte alle "Convito in casa Levi" di Paolo Veronese, Gallerie dell'accademia, Venezia.




Scorgere il mare oltre le montagne

Milano 4-03-2018
Carissimo Padre,

le scrivo da umile fedele, sporadico parrocchiano e assiduo pensatore in merito al suo ispirante sermone di domenica 4 marzo.

Ho a lungo riflettuto su quanto ha detto rileggendo il vangelo secondo Giovanni Gv8,31-59 e dopo più di tre settimane ho creduto necessario aprire un sincero dialogo per meglio approfondire gli importantissimi semi che Gesù ha offerto al tempo sotto forma di azioni, parole e discepoli, nell'attesa che germogliassero dentro di noi, secondo natura.

Natura che credo proceda dallo scambio reciproco cuore a cuore e dalla consapevolezza profonda che facciamo parte tutti di un grande disegno. Natura che suggerisce quanto ognuno di noi abbia una funzione nei confronti dell'altro. Natura che dimostra la fratellanza che ci unisce attraverso la comunione di diversi corpi in una medesima sostanza.

E' con questo tesoro nel cuore che decido di condividere con lei un pensiero.

“Il signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: se rimarrete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”

Qui credo che Gesù stia cercando di dire che la sua parola non è la “sua” personale parola ma sia “LA PAROLA”, essere suoi discepoli significa vedere LA PAROLA senza credere che sia di qualcuno, percependo il linguaggio che sta dietro i linguaggi, il linguaggio che unisce le varie forme di comunicazione, il linguaggio che unisce tutti i possibili concetti umani e non umani, il linguaggio che struttura ogni processo e comportamento in conformità con il volere di DIO che è unità.

In questo senso Gesù parla di VERITA' e in questo senso la VERITA' rende liberi, rende liberi perchè è omnicomprensiva e non omette niente, contiene tutto. Non predilige un punto di vista in antagonismo ad un altro punto di vista ma li contiene e armonizza nella pace dell'unità che è lo spirito santo. E' questa totalità che rende liberi.

“Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire diventerete liberi?”

Il Fatto di specificare di essere discendenti di Abramo è di per sé una dimostrazione di categorizzazione, di gerarchizzazione, di frattura dell'unità. Sottolineare la propria appartenenza specifica ad una discendenza verifica la volontà di essere solo una parte e non il tutto: i discendenti di Abramo e non i discendenti del tutto, come se prima di Abramo non esistessero i figli di DIO.

“In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perchè la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal Padre vostro”

Qui Gesù continua a parlare consapevole di essere nella VERITA', ovvero nell'unità, ovvero libero da ogni punto di vista utilitaristico e sottolinea, ancora una volta, quale sia l'origine della schiavitù e dice: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.

Come a dire che l'origine della prigionia nasce dall'idea di prigionia stessa, se non concepisci prigione circoscrivendo uno spazio angusto intorno a te, non potrai essere schiavo.

Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se pensi che la casa sia solo in un posto, sarai costretto a lasciarla prima o poi: Solo il figlio vi resta per sempre perchè sa che non c'è altro luogo all'infuori della casa del Padre, perchè sa che la casa del Padre è ovunque, in tutte le cose.

Se dunque il figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. Se dunque sarete come il Padre, ovvero come il tutto, se davvero sentite di essere degni figli del tutto allora sarete davvero liberi in quanto non c'è altro modo di essere se non schiavi di una visione limitata del tutto.

So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perchè la mia parola non trova accoglienza in voi. Abramo era figlio del tutto ed è sempre vissuto nella casa, invece voi cercate di uccidermi non accogliendo il tutto che vi stò comunicando dentro di voi e credendo di essere diversi da me.

Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal Padre vostro” Se io ho visto l'unione di tutte le cose e voi vedete la stessa unione perchè producete frattura anziché accoglienza?

Luca Pozzi"Supersymmetric Partner" 2007-2014
Salto reale di fronte alle "Nozze di Cana" di Paolo Veronese, Louvre, Paris.


Il padre nostro è Abramo, Gesù risponde: Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Se foste figli dell'unità creereste unità. Ora invece cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo Abramo non l'ha fatto. Ribadisce che Abramo non avrebbe mai compiuto un'azione come l'omicidio che è un atto di divisione, estremismo e intolleranza.

Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo Padre: Dio. Come se fosse possibile non nascere da Dio...Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perchè da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Questo passaggio è meraviglioso. Gesù ancora una volta dice, che è assurdo, se foste veramente consapevoli di essere figli di Dio, se non foste schiavi del vostro punto di vista limitato, allora mi amereste. Perchè io so di essere figlio del tutto e so che il tutto mi ha portato di fronte a voi. E poi dice forse la cosa più meravigliosa e sincera del mondo: Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Si interroga, si domanda sul perchè il linguaggio più essenziale e sincero di tutti venga frainteso...e allora capisce, è come se avesse un'illuminazione incomincia a immedesimarsi nel suo interlocutore...inizia a vedere che forse pensano che lui stia parlando così per portare acqua al suo mulino, per fare i suoi interessi personali.

E allora inizia a chiarire la sua posizione: Perchè non potete dare ascolto alle mie parole? Voi avete come Padre il Diavolo e volete compiere i voleri del Padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perchè in lui non c'è verità. Qui inizia a svelare le incoerenze del proprio interlocutore, le sue meschinità i suoi biechi tornaconti personali il suo egocentrismo opportunista. L'opportunismo è il Diavolo, l'egoismo è il peccato e la menzogna, perchè nel vantaggio del singolo non c'è spazio per la verità ultima che è unità e interconnessione tra tutte le cose.

E continua per essere ancora più chiaro e non lasciare spazio ad alcun dubbio: Quando il Diavolo dice il Falso, dice ciò che è SUO perchè è menzognero e Padre della Menzogna. E' falso perchè è SUO, ovvero limitato, ovvero opportunista.

A me invece non credete perchè dico la Verità. A lui invece non credono perchè non fa comodo a nessuno credergli, non produce alcun vantaggio credere nell'unità, non produce alcun vantaggio barattare il potere che si ha sulle cose con la visione che ogni cosa è a suo modo solo una delle infinite forme possibili di Dio.

E si interroga di nuovo quasi al fine di dimostrare la sua coerenza e ragionevolezza: Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la Verità perchè non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perchè non siete da Dio. Gesù sa benissimo che è impossibile non venire da Dio eppure sottolinea che loro non vengono da Dio perchè si oppongono all'unità essendo schiavi del peccato ovvero schiavi del loro opportunismo.

Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato? Tentano di riportare Gesù a qualcosa di specifico di limitato, lo definiscono con le parole dell'opportunismo dell'uomo non della verità di Dio. E Gesù risponde: Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non credo nella gloria; vi è chi la cerca e giudica.

E qui è meraviglioso: Gesù ribadisce quasi come se sapesse che il suo interlocutore stia facendo finta di non capire...non sono io il figlio del Diavolo che cerca il proprio vantaggio personale e la dimostrazione di ciò è che io onoro il tutto cercando di produrre armonia e pace, trascurando la celebrazione e la gloria. Chi invece cerca la gloria personale (o quella di un'istituzione o di un credo religioso specifico) fa esattamente quello che fate voi...GIUDICA SBAGLIATI GLI ALTRI!!! E continua:

In verità, in verità vi dico: se uno osserva la “mia” parola, non vedrà la morte.

Luca Pozzi "Supersymmetric Partner" 2007-2014
Salto reale di fronte alle "Cena in casa di Simone" di Paolo Veronese, Chateau de Versailles, Paris.


Quasi esasperato, tenta un altro approccio facendo un salto trascendentale e passando sul più lontano piano egocentrico e utilitaristico che riesce ad immaginare...arriva a dire addirittura che la VERITA' che stà condividendo va oltre la vita e la morte, che il tutto non è solo nello spazio ma è anche nel tempo, perchè lo spazio e il tempo stessi SONO LA PAROLA DI DIO.

E i Giudei continuano a pensare che Gesù parli per un suo tornaconto personale: Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “ Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto?

Ma Gesù non demorde e diventa quasi didascalico: Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: E' nostro Dio e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola.

Ancora una volta invita ad andare oltre questo dualismo, Gesù non parla per se come uomo, se così fosse il peso delle sue parole e azioni sarebbe al pari di quelle dei Giudei e produrrebbero altrettanta menzogna e incoerenza (l'incoerenza dell'uomo che tenta di rafforzare il suo potere sugli altri). Invece Gesù trascende la realtà limitata illusoria del demonio e si innalza a quella superiore di Dio e può persino mettere in discussione l'esperienza limitata del tempo degli umani schiavi del peccato.

Arriva a dire infatti: Abramo, vostro Padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e fu pieno di gioia.

Qui dice che anche Abramo era libero dal concetto di tempo tanto da vedere nel suo presente il futuro di Gesù, lo sapeva esattamente come chi sa, guardando da un'aeroplano, scorgere il mare oltre le montagne.

E i Giudei ancora imprigionati dalla loro limitata concezione dello spazio e del tempo: Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?

Qui immagino Gesù sorridere come una mamma sorriderebbe a un figlio che scopre per la prima volta la sua immagine riflessa in uno specchio e dice: In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono.

Nel disegno di Dio che è il tutto anche il tempo esiste nella sua interezza e unità, non solo Abramo può vedere nel futuro la mia nascita e gioire, ma la mia presenza nel tutto è sempre esistita anche prima o contemporaneamente ad Abramo.

 

Con grande riconoscenza,
Luca Pozzi



 

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