Open Menu
German Pavilion
Fabrik
Pavilion at Giardini "Fabrik"

 
German Pavilion German Pavilion



I contributi artistici di Olaf Nicolai, Hito Steyerl, Tobias Zielony e del duo artistico composto da Jasmina Metwaly & Philip Rizk trasformano il Padiglione della Germania 2015 in una Fabrik, ovvero una fabbrica, una fucina, in cui le immagini producono loro stesse, senza limitarsi a rappresentare la realtà, ma con l’intento di trasformarla.

Florian Ebner
curatore del Padiglione della Germania 2015

Gli artisti invitati sono tutti alla ricerca di forme diverse per rappresentare il concetto, spesso retorico, di partecipazione e non importa che i loro attori siano di natura fotografico-documentaria, teatrale-filmica, filmico-sintetica o performativo-fisica. Essi analizzano il ruolo della luce quale vettore della più moderna trasmissione dei dati, decostruiscono le promesse di salvezza di una cultura digitale trasparente ed esplorano lo spazio per le metamorfosi delle immagini liquide dei nostri giorni. Seguendo una visione più politica, gli artisti soddisfano così la richiesta di László Moholy-Nagy (1922), secondo cui i mezzi tecnici non avrebbero più dovuto limitarsi a riprodurre la realtà, ma essere piuttosto dei dispositivi che producono una realtà (d’immagini). Questo potrebbe significare anche, che la fotografia oggi non s’interroga tanto sulla rappresentazione della realtà, ma sulla sua capacità di modificarla

Il padiglione tedesco ha un’altezza incredibile, quasi ridicola. Quindi abbiamo escogitato una sorta di riutilizzo delle sue forme architettoniche, utilizzando il Chancellor’s Bungalow costruito durante la scorsa Biennale d’Architettura: su di esso abbiamo elevato lo spazio attraverso la costruzione di un “piano nobile”. La mostra dunque avrà anche un ordine verticale, leggibile attraverso tre registri: il piano terra, il piano nobile e infine il lastrico solare per Nicolai.

Grazie a questi tre livelli, credo che le opere rimarranno al tempo stesso autonome e interagenti. In tutti e quattro i lavori sarà importante il ruolo dell’attore, del protagonista, visibile secondo diverse modalità espressive: tanto nell’approccio fotografico-documentale di Zielony quanto in maniera più filmica, teatrale e forse fisica di Jasmina Metwaly / Philip Rizk, dal digitale e virtuale di Hito Steyerl alla presenza corporea di Nicolai.


German Pavilion German Pavilion


La Fabrik si articola in diversi siti produttivi

Workshop

“GIRO”, l’installazione e performance di Olaf Nicolai, trasforma il tetto del Padiglione in un’officina per la costruzione di boomerang. I suoi protagonisti si dedicano a un’economia d’ombra alla luce di un sole abbagliante, realizzando una raffinata coreografia sospesa fra visibilità e invisibilità. Di tanto in tanto vanno sul perimetro del tetto, collaudano la capacità di volo dei boomerang e cercano la traiettoria di volo ideale.

Print Unit

“The Citizen”, l’installazione di Tobias Zielony fatta di fotografie e giornali, si dedica alla condizione sociale e alle iniziative politiche dei profughi africani in Germania. Al contempo, il suo lavoro si occupa concettualmente anche del giornalismo e dei giornali, permettendo allo spazio discorsivo di andare ben oltre le zone d’ombra della nostra copertura mediatica.

Motion Capture Studio

La videoinstallazione “The Factory of the Sun” realizzata da Hito Steyerl, trasforma l’area inferiore dello spazio centrale in un Motion Capture Studio che s’interfaccia fra il mondo fisico e quello virtuale. Il video fa riferimento a un videogioco capace di trasformare ogni sentimento umano in luce, mostra dei manifestanti assaliti dagli spari dei droni della Deutsche Bank e rivela la danza come strumento di resistenza.

Rooftop 1&2

Nelle sale laterali del Padiglione, Jasmina Metwaly e Philip Rizk ricostruiscono il palcoscenico che hanno usato al Cairo come teatro e laboratorio per il loro progetto partecipativo. Su un tetto, assieme a degli operai locali, il duo ha realizzato una regia collettiva che rimette in scena la chiusura di una fabbrica, per ricordare in modo esemplare i meccanismi di potere e umiliazione di un modello economico neoliberale. “Draw It Like This” è il titolo del contributo scultoreo esposto nella prima sala, mentre “Out on the Street – Variationen” è la loro installazione cinematografica e sonora nella seconda sala.


German Pavilion German Pavilion



Uno dei filtri tematici posti da Enwezor è questa sorta di giardino del disordine che dovrà prendere luogo fra diversi campi semantici della Biennale. Mi auguro che la nostra mostra, Fabrik, rappresenti una piccola ribellione nei confronti dello spirito eretico di questa esperienza, del luogo che la contiene e del ruolo che l’immagine sta assumendo oggi nella contemporaneità.

 

Fabrik German Pavilion
Curator: Florian Ebner
Commissioner: ifa on behalf of the Federal Foreign Office
@ 2018 Artext

Share