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Con-nect-ed-ness
Denmark Pavilion

 
Con-nect-ed-nessConnectedness Pavilion. Lundgaard Tranberg Architects. Photo by Hampus Berndtson

Con-nect-ed-ness
Marianne Krogh and architects Lundgaard & Tranberg Arkitekter

Un circuito dei sensi a Venezia

Con-nect-ed-ness: il Padiglione danese alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia mette in rilievo l’interconnessione degli uomini tra loro e con la natura in un'installazione totale costituita da un gigantesco circuito di acqua raccolta in loco a Venezia.

I visitatori del Padiglione danese alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia potranno fare esperienza di un'opera complessiva che indaga il concetto di connessione. Con riferimento al tema della Biennale Arte 2021 ’How will we live together?’ il contributo danese ricorda come l’architettura, in quanto arte, possa rendere visibile ciò che visibile non è, ed evocare un fondamentale sentimento di connessione tra gli uomini e la terra coi suoi elementi.

”Viviamo in un’epoca in cui percepiamo chiaramente le conseguenze climatiche del fatto che le persone da secoli dividono il mondo in entità isolate, senza rendersi conto che le nostre azioni hanno conseguenze a migliaia di chilometri di distanza. Sia nel bene che nel male, come l’attuale pandemia mostra in modo inquietante. L’obiettivo del Padiglione danese è di creare uno spazio che dia consapevolezza dell’appartenere gli uni agli altri; in cui i visitatori possano sperimentare sul proprio corpo questa connessione di cui noi tutti siamo parte”, dichiara Marianne Krogh, curatrice del Padiglione danese.

Con-nect-ed-nessConnectedness Pavilion. Lundgaard Tranberg Architects. Photo by Hampus Berndtson

La curatrice Marianne Krogh insieme allo studio di architettura Lundgaard & Tranberg Arkitekter ha creato un’installazione totale che trasforma completamente il Padiglione danese e lo incorpora nel circuito della natura, con l’acqua come elemento principale. Quest’esposizione legata al luogo parla a tutti i sensi.

”Crediamo che mediante i sensi sia possibile cominciare a comprendere noi stessi in un contesto più grande. È il primo passo verso un’assunzione di responsabilità, sia nel nostro metterci in relazione con la terra che gli uni con gli altri”, spiega Marianne Krogh.

L’approccio artistico e architettonico utilizza in modo continuativo l’architettura dei due padiglioni esistenti. Le tubazioni che attraversano l’edificio e i serbatoi all’esterno per la raccolta dell’acqua sono visibili. Nella sala centrale del padiglione vi sono tessuti che vanno dal pavimento al soffitto e che aggiungono contrasto e materialità alla costruzione semplice e grezza mentre il pavimento, riciclato da una vecchia palestra, è trasformato in una gigantesca piattaforma galleggiante. Nell’esplorare i diversi spazi dell’esposizione, il visitatore potrà ad esempio inserirsi nel circuito bevendo una tazza di tè ricavato dalle foglie di verbena, un tipo di agrumi piantato nel padiglione: alberi che anch’essi assorbono l’acqua dal grande circuito.

L’esposizione solleva la questione del come possiamo (ri)creare una nuova e significativa relazione col mondo, inteso come un luogo in cui riconoscere come condizione fondamentale che siamo interconnessi: non solo gli uni con gli altri, ma con tutto ciò che vive. La relazione di dipendenza tra l’uomo e la terra come base per un futuro sostenibile per tutti viene enfatizzata collegando l'installazione del padiglione direttamente al circuito proprio della terra.

Con-nect-ed-nessConnectedness Pavilion. Lundgaard Tranberg Architects. Photo by Hampus Berndtson

Un unico sistema vivente

L'esperienza espositiva nasce dall'incontro tra il visitatore, l'edificio e l'ambiente circostante, che con il circuito dell'acqua come forza motrice influenza costantemente l'esperienza sensoriale. Nel padiglione l’acqua viene raccolta in loco e le variazioni climatiche influenzeranno continuamente l'espressione e la forma dell’esposizione per cui, ad esempio, parti del padiglione saranno allagate per sottolineare che l’acqua è allo stesso tempo un elemento vitale, poetico, potente e ribelle. L’intera opera consiste di una sequenza di spazi in cui l’acqua penetra, viene messa in scena, viene percepita dai sensi e lascia di nuovo il padiglione; attraverso corpi, evaporazione, fotosintesi e infiltrazione nel sottosuolo.

”In quanto architetti cerchiamo di dare risposte al come gli uomini possano vivere insieme. Alla base del nostro lavoro c’è la condizione che l’architettura è sempre in relazione con la natura. Nel padiglione abbiamo lavorato per dare visibilità a un circuito, e questo fa sì che cominciamo a comprendere noi stessi come parte di un qualcosa più grande. Nel migliore dei casi l’esposizione potrà contribuire a evidenziare che siamo tutti collegati in una reciprocità vivente”, spiega l’architetto Lene Tranberg, socia fondatrice dello studio di architettura Lundgaard & Tranberg Architects.

Con-nect-ed-nessConnectedness Pavilion. Lundgaard Tranberg Architects. Photo by Hampus Berndtson

*Il Padiglione della Danimarca, Biennale di Architettura di Venezia 2021

Per secoli la natura è stata percepita come qualcosa di intrinsecamente diverso da noi. Ora il clima, l'economia, la politica e le condizioni sociali ci mostrano le conseguenze di questa visione del mondo scollegata. Come può l'architettura aiutare a sviluppare un nuovo, significativo rapporto con il mondo come luogo in cui l'umanità riconosce che tutto è parte di un tutto più grande, che tutto è collegato?

How will we live together? Questo è il tema della Biennale di quest'anno. La domanda è anche una chiamata all'azione: dobbiamo trovare nuovi modi di abitare il mondo. Quando si tratta di creare una nuova base per la nostra vita insieme, l'architettura ha un potenziale unico. Ogni volta che costruiamo, suggeriamo alle persone un modo per vivere insieme. Lo stesso vale quando esponiamo l'architettura: testiamo qualcosa che un giorno potrebbe diventare possibile.

Nel padiglione, cerchiamo di rendere visibile la circolazione dell'acqua come un modo per dimostrare come tutto sia collegato. Questa visibilità è un passo sulla via di un'esperienza sensoriale immediata, che può aiutarci a vedere il nostro posto nell'insieme più grande. A sentire che anche noi siamo natura.

L'acqua porta il tempo, il disastro, la vita, gli altri
Tutta la vita dipende dall'acqua. L'acqua esiste ovunque sul pianeta in un sistema dinamico a cui la mostra nel padiglione danese si collega. L'acqua piovana raccolta a Venezia è raccolta, percepita e poi rifluisce fuori dal padiglione. Mentre si esplorano i vari spazi della mostra, i visitatori possono diventare parte del sistema ciclico bevendo una tazza di tè preparato con le foglie delle piante di verbena nel padiglione che assorbono l'acqua dal sistema ciclico. Attraverso i corpi viventi, l'evaporazione, la fotosintesi e la percolazione, le persone e l'acqua si impegnano in un'esperienza sensoriale; ci incontriamo e ci influenziamo a vicenda.

Con-nect-ed-nessConnectedness Pavilion. Lundgaard Tranberg Architects. Photo by Hampus Berndtson

L'acqua nel padiglione è acqua piovana raccolta - chissà dove è stata prima e dove andrà dopo? Chi sa quali altri corpi, paesi e secoli ha attraversato? Il flusso ciclico e l'immanenza dell'acqua legano insieme passato, presente e futuro e precludono ogni possibilità di isolarsi gli uni dagli altri. L'acqua porta il tempo, il disastro, la vita, gli altri. Scorre attraverso i nostri spazi condivisi.

Quando parliamo, siamo la natura che parla
L'architettura si relaziona invariabilmente con la natura, anche quando la natura non si vede. La natura è la base di tutta la vita, è energia, ritmo, equilibrio. Quando costruiamo, possiamo permettere a questi fenomeni di influenzare l'architettura per permettere un'esperienza diretta del nostro rapporto con la natura: forse nel modo in cui i volumi dell'edificio si condensano e si espandono, il modo in cui la luce fluisce in uno spazio o la sensazione dei materiali naturali contro la pelle. La connessione tra noi e ciò che ci circonda può essere vibrante, permettendoci di entrare in contatto con il costante cambiamento che è la premessa della natura e con i cicli e i sistemi naturali interconnessi del mondo. Qui si trova un potenziale per una nuova visione del mondo che non assegna solo un valore basato sulla crescita economica, ma vede la ricchezza nella variazione, nella (bio)diversità e nella connessione.

La mostra è stata creata in una collaborazione basata su questa visione condivisa del mondo, questo senso di connessione in considerazione delle parole dell'autrice danese Josefine Klougart: "Quando parliamo, siamo la natura che parla; quando pensiamo, siamo la natura che pensa; quando sottomettiamo la natura là fuori, siamo la natura che sottomette qualcosa dentro di noi".

*Connectedness', in Connectedness - An Incomplete Encyclopedia of the Anthropocene, Strandberg Publishing, 2020

 

Con-nect-ed-ness
Curatori: Marianne Krogh and architects Lundgaard & Tranberg Arkitekter
Denmark Pavilion, Biennale Architettura 2021 Venezia
@ 2021 Artext

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