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Architecture Exhibition
CO-EXIST
The China Pavilion

 
CO-EXIST Il padiglione della Repubblica Popolare Cinese all'Arsenale di Venezia. Foto di Micaela Deiana


‘Co-exist’
The China Pavilion
La Biennale di Venezia


Il Padiglione Cina presenta la mostra CO-EXIST in occasione della 19ª Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2025, a cura di Ma Yansong, architetto fondatore e partner principale di MAD Architects.
In risposta al tema principale della Biennale, "Intelligens. Natural. Artificial. Collective," la mostra esplora le dinamiche in evoluzione tra la filosofia spirituale tradizionale cinese e l’accelerazione della tecnologia contemporanea.

Nel contesto attuale, dominato dalla transizione globale dalla civiltà industriale all’era dell’intelligenza, CO-EXIST, a cura di Ma Yansong, presenta dodici proposte interdisciplinari ispirate alle tradizioni locali cinesi per reinterpretare il patrimonio culturale e ristabilire un legame emotivo con la natura. «Speriamo che questa presentazione collettiva segni un processo di trasformazione, visibile e apertamente discusso, rivelando l’interpretazione delle giovani generazioni della cultura tradizionale cinese, le loro proposte radicate nella modernità e le loro visioni del futuro. Crediamo di entrare in un’epoca diversificata, umanizzata e ricca di emozioni. In questo contesto, il nostro obiettivo è offrire spunti dalla Cina affinché la saggezza cinese possa essere condivisa con il mondo.» — Ma Yansong

Se l'era industriale è stata all'insegna della razionalità e dell'efficienza, l'Era dell'Intelligenza deve riportare al centro l'umanità e la natura. Nella filosofia cinese classica, la "natura" trascende la concezione convenzionale che la vede come simbolo, materiale o tecnica-è una visione del mondo in cui cielo e umanità sono in armonia, dove il sé e il cosmo si intrecciano come un tutt'uno, e l'intera esistenza risuona con le emozioni di ciascuno. Giardini, architetture, città sono espressioni spaziali di questa saggezza.

Mentre la Cina ha attraversato quattro decenni di urbanizzazione un'impresa realizzata da una popolazione colossale-i suoi architetti si trovano ora sull'orlo dell'Era Intelligente, affrontando sfide come il sovraccarico ecologico, la frammentazione sociale e le crisi di identità culturale causate indiscriminatamente dalla "modernità compressa". Come possiamo ampliare la definizione di architettura intesa come espressione culturale e con la nuova tecnologia come sua struttura portante, trasformando le precedenti traiettorie lineari in esperienze multi-spazio- temporali? Metafora di rinascita, inclusione, diversità e di un continuum dell'immaginazione, la saggezza tradizionale cinese della'natura" Atian ren he yi) potrebbe essere ciò che ci guida: una cosmologia della coesistenza.

CO-EXIST e le opere presentate attingono a questa visione stratificando epoche, discipline, innovazioni e metodologie, rispondendo al principio "un luogo, una soluzione" con un pellegrinaggio - architetti cinesi in azione, insieme a diversi altri protagonisti, sono alla ricerca collettiva di un percorso inclusivo e sostenibile verso una nuova era fondata sulla diversità e sull'umanità, un'era intrisa di profondità emotiva che rifiuta con determinazione l'ordinario.

CO-EXIST CO-EXIST. China Pavilion at the Biennale di Venezia by Ma Yansong. Photograph by Demone.


Dialogo con Ma Yansong

D: Può spiegarci il tema e la curatela?

Ma Yansong : Il tema è CO-EXIST, e riguarda come combinare insieme idee molto diverse. Quando parliamo della Cina, naturalmente parliamo del passato, perché abbiamo una grande tradizione. Ma parliamo anche del futuro. Parliamo di tecnologia, ma anche di emozioni umane. Parliamo di molte città in Cina, ma anche della natura. Queste dualità costituiscono discussioni ricche all'interno di tutte le opere esposte.

La mostra presenta dieci progetti, ognuno dei quali affronta questioni diverse. Attraverso queste opere, si può vedere la vera Cina. Mettendole tutte insieme, vogliamo mostrare che la Cina è un luogo vasto e diversificato. Si possono vedere molte cose contemporaneamente, e queste devono coesistere. Quando questi temi vengono mostrati insieme qui a Venezia, si può percepire la differenza tra la cultura orientale e quella occidentale, e la possibilità di dialogo e coesistenza tra questi valori diversi.

D: Può descrivere tian ren he yi, l’idea cinese dell’armonia tra natura e esseri umani?

Ma Yansong : Quando osservo tutte queste opere, molte parlano della natura. Ho trovato questa espressione nella nostra cultura tradizionale: nell’architettura, come in altre forme d’arte, la natura non viene considerata solo una risorsa, ma un’estensione spirituale dell’essere umano. Quando vedi un albero o una roccia, diventano parte della tua emozione. Tutto ciò che ci circonda nella natura diventa parte dell’uomo. Diventa narrazione e immaginazione. Questo aspetto è completamente assente nel mondo moderno.

Spesso parliamo di natura nel senso che una città ha bisogno di un parco o di un albero, ma è qualcosa di più profondo. Stiamo discutendo la possibilità di portare questa tradizione nel futuro. Quando parliamo di intelligenza, non si tratta solo di tecnologia, né solo del nostro comportamento. Si tratta di emozioni. Molte persone trovano ispirazione nella storia, in cui la natura è un valore centrale.

Tian ren he yi significa letteralmente “cielo e uomo diventano una cosa sola”. Quando visiti un edificio, provi qualcosa. Tutti provano qualcosa. Lo amano, o ne sono commossi. La luce racconta una storia. È difficile da descrivere. Nel mondo intelligente del futuro, la percezione umana, il modo in cui le persone si sentono, sarà fondamentale. L’intelligenza artificiale potrà essere usata per approfondire questa percezione umana. Ma in passato, l’urbanizzazione si è concentrata troppo sulla tecnologia — i materiali, la tecnica, l’altezza, la struttura. È troppo distante da ciò che si sente. Io credo che l’aspetto emotivo sarà centrale nell’architettura del futuro.

D : Come si è evoluto il suo approccio nel tempo riguardo all’esplorazione del futuro e alla riconciliazione tra visioni futuristiche, identità locale e cultura?

Ma Yansong : Stiamo riflettendo sulle nuove tecnologie. Questo include ovviamente l’intelligenza artificiale, ma anche oltre: stiamo cercando di rispondere a ciò che è emotivo. Come l’architettura e l’ambiente costruito possano collegarsi alle emozioni umane. Anche questo è intelligenza. Non si tratta necessariamente dell’ultima tecnologia. Lo si può trovare negli edifici storici, ed è il motivo per cui li conserviamo, ed è da lì che traiamo ispirazione. Abbiamo tecnologie migliori oggi, ma e allora? Quegli edifici sono ancora meravigliosi. In Cina costruiamo tantissimi grattacieli. Ma le persone vogliono vivere in giardini. Quindi, dopo tutto questo sviluppo, perché non stiamo costruendo qualcosa di più ideale?

L’architettura riguarda l’emozione e la narrazione. Riguarda la comunità. Le persone non ameranno qualcosa che non ha nulla a che fare con loro. Questo non significa che non possa essere qualcosa di nuovo — può esserlo davvero — ma dovrebbe raccontare una storia legata a valori fondamentali. Se guardiamo all’architettura tradizionale, riguarda tutta la vita delle persone: come vivono e amano, la famiglia, gli amici, come si riuniscono, e come comprendono gli altri. L’architettura nuova dovrebbe fare lo stesso. Magari in modi diversi, ma dovrebbe unire le persone e costruire comunità.

D : Può descrivere come alcune delle opere specifiche incarnano le idee che sta proponendo?

Ma Yansong : La curatela del padiglione è iniziata con un’installazione luminosa. Abbiamo tre sezioni. La prima è ispirata al lavoro storico. L’installazione luminosa si ispira alle grotte del deserto di Dunhuang, un sito UNESCO. Si trovava lungo la Via della Seta. Le persone disegnavano una mappa delle stelle sul muro di una grotta. Nel tempo, diverse civiltà sono passate da lì e hanno disegnato ciascuna una mappa stellare diversa. Ma le stelle erano sempre le stesse. Le persone non usavano l’arte per esprimere comprensioni diverse, o per raccontare storie diverse.

Un altro esempio mostra come la narrazione della natura assuma significati diversi per culture diverse, e come queste culture possano coesistere. Un progetto al centro del padiglione mette in discussione il nostro modo di guardare alle città del futuro. Il team propone un metodo per riciclare e riassemblare il cemento. Costruiamo tantissimi edifici in cemento. Che cosa ne facciamo? Possono essere smontati e rimontati per diventare nuove strutture.

Alla fine del padiglione c’è un grande modello composto da piccoli edifici. Quella città è una città casuale. Hanno raccolto modelli scartati e li hanno assemblati insieme per formare una città che non è molto vivibile. Poi vi hanno aggiunto un altro strato come inserto, che chiamano plug-in architecture, per renderla abitabile. Quindi, teoricamente, possono trasformare una città poco ideale in qualcosa di vivibile.

La mostra è accompagnata da uno schermo sullo sfondo. In realtà proviene da un grande social media cinese. Mostra persone che parlano della propria città e della loro vita ideale. Poi i loro feedback vengono restituiti ai progettisti, che partendo da lì creano un progetto dal basso verso l’alto. Dimostra come i social media possano cambiare il modo in cui si formano le città. I progettisti hanno preso queste idee e le hanno integrate nel loro modello.

CO-EXIST CO-EXIST. China Pavilion at the Biennale di Venezia by Ma Yansong. Photograph by Demone.

 


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