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Dimensions of Citizenship
USA Pavilion

 
Greece Pavilion

Dimensions of Citizenship
Xristina Argyros, Ryan Neiheiser

In un periodo in cui l'espansione del muro che segna la frontiera tra Stati Uniti e Messico incombe su un dibattito più articolato sulla cittadinanza nazionale, è imperativo che architetti e progettisti possono rendersi conto di cosa significhi oggi essere un cittadino. Gli interrogativi sull'appartenenza, sull'inclusione e le sue modalità vengono posti da ogni atleta che si inginocchia, da ogni #metoo, ogni tweet presidenziale, ogni segno di protesta o pugno alzato. Eppure con l'aumentare della circolazione transnazionale di capitali, tecnologie digitali e trasformazioni geopolitiche, le idee convenzionali sulla cittadinanza vengono meno. Noi definiamo il termine come un intrico di diritti, responsabilità, attaccamenti collegati all'ambiente costruito. Ci chiediamo quindi: come può rispondere, configurare ed esprimere l'architettura i requisiti rizomatici e paradossali della cittadinanza?
Il padiglione degli Stati Uniti analizza sette livelli dimensionali, Citizen, Civitas, Region, Nation, Globe, Network e Cosmos. Questi livelli dimensionali, che si estendono dal corpo umano alla città al cielo, in linea generale propongono la cittadinanza come tematica globale cruciale. Le installazioni richieste ad architetti, ad architetti del paesaggio, artisti e teorici indagano gli spazi di cittadinanza segnati da una storia di disuguaglianza e dalla violenza inflitta alle persone, a soggetti non umani e all'ambiente naturale. Sono opere che mirano a rendere manifesti gli ideali democratici di inclusione che vanno controcorrente rispetto a sistemi più generali: nuove forme di programmi di condivisione economica, l'eredità della Underground Railroad, tenui alleanze traslazionali nella zona di frontiera, o l'impresa apparentemente degna di Sisifo di difendere le topologie costiere dall’ innalzamento delle maree. Le installazioni e le opere video presentate non risolvono la complessa relazione tra governance, affinità e circostanze che ci legano, cittadino e straniero, sé ed altro. Piuttosto, utilizzano la capacità ordinatrice dell'architettura per rendere visibili i paradossi e le formulazione delle appartenenza. Solo quando sarà resa visibile una concezione spaziale della cittadinanza - legale, culturale, ecologica - noi potremmo liberarci di definizioni, forme e burocrazie antiquate e attivare spazi processuali efficaci.

USA Pavilion Dimensions of Citizenship Padiglione degli Stati Uniti d'America - La Biennale di Venezia 2018.


Dimensione: Network / Keller Easterling with MANY / MANY

MANY è una piattaforma in rete progettata per facilitare la migrazione attraverso lo scambio di bisogni.

Lo spazio infrastrutturale globale ha semplificato alla perfezione lo spostamento di miliardi di prodotti e di decine di milioni di turisti e di lavoratori a basso costo ma in un’epoca oltre sessantacinque milioni di persone al mondo sono delocalizzate, ci sono pochi modi efficaci per facilitare le migrazioni di persone in risposta a crisi politiche, economiche e ambientali. Lo stato-nazione sembra avere un pulsante che si accende e si spegne per concedere o negare la cittadinanza o l’asilo. E la ONGcrazia offre campi per rifugiati — una forma di detenzione che dura in media diciassette anni.

USA Pavilion Dimensions of Citizenship Padiglione degli Stati Uniti d'America - La Biennale di Venezia 2018.


È possibile che l’ingegnosità legale e logistica che facilita il commercio venga applicata a una forma globale di abbinamento tra i talenti emarginati delle popolazioni migranti e la moltitudine di opportunità in tutto il mondo?

Sfruttando serie di visti a breve durata, MANY aiuta chi vuole stabilirsi in un nuovo posto ma anche chi vuole continuare a viaggiare — chi non ha mai desiderato la cittadinanza o l’asilo che la nazione nega o concede con riluttanza. La migrazione non nasce da una crisi, è una costante.

MANY aggrega un vasto numero di reti di scambio già esistenti e le rafforza con i potenziali sottoutilizzati integrati nello spazio urbano. I gruppi da entrambe le parti dello scambio, che preferiscono la mobilità cosmopolita rispetto all’identità nazionale, condividono un loro linguaggio visivo. Non c’è chi ha e chi non ha; i bisogni sono risorse che, se associati a scambi non commerciali, creano vantaggi reciproci.

Viene esposta una versione beta che raccoglie una selezione rappresentativa di scambi, che continuerà a crescere grazie a un consorzio di Yale che lavora all’ulteriore sviluppo della piattaforma.

 

Dimensions of Citizenship
Curators: Niall Atkinson, Ann Lui, Mimi Zeiger
Exhibitors: Amanda Williams + Andres L.Hernandez in collaboration with Shani Crowe;Design Earth; Diller Scofidio + Renfro, Laura Kurgan, Robert Gerard Pietrusko with Columbia Center for Spatial Research; Estudio Teddy Cruz + Fonna Forman; Keller Easterling with MANY; SCAPE; Studio Gang, Frances Bodomo, Mandana Moghaddam, David Rueter and Marissa Lee Benedict, Mika Rottenberg, Liam Young
USA Pavilion Biennale Architettura 2018 Venezia
@ 2018 Artext

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