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Palazzo Strozzi
Marinella Senatore
We Rise by Lifting Others

 
Marinella SenatoreMarinella Senatore, We Rise by Lifting Others, 2020, ©photo OKNO studio



Marinella Senatore
We Rise by Lifting Others (Ci eleviamo sollevando gli altri)

Dal 3 dicembre 2020 al 7 febbraio 2021 Palazzo Strozzi a Firenze presenta We Rise by Lifting Others (Ci eleviamo sollevando gli altri), nuovo progetto dell’artista Marinella Senatore, invitata a proporre una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone.

A cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, il progetto è costituito da una grande installazione per il cortile, ispirata alle luminarie della tradizione popolare dell’Italia meridionale, e un programma di workshop partecipativi, appositamente creati dall’artista per la dimensione online e incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa. In parallelo, si terranno numerose attività online rivolte a tutto il pubblico attraverso i canali digitali di Palazzo Strozzi e dedicate ad approfondire i temi e le suggestioni dell’iniziativa.
Il progetto è inteso come una piattaforma di collegamento tra individui, in presenza e a distanza. Lo spazio pubblico del cortile di Palazzo Strozzi e quello privato di ogni persona si uniscono in una reale riflessione sul concetto di comunità: un’opera aperta dove più livelli di visione, ascolto e interazione si ampliano e si sovrappongono attraverso una pratica di cura delle persone verso se stesse e lo spazio che vivono.

“Immagino le mie opere come contenitori fluidi concepiti tenendo conto dello specifico ‘ambiente’ in cui si sviluppano e basati su una inclusione potenzialmente infinita degli elementi in gioco” dichiara Marinella Senatore. “L'arte è per me una piattaforma orizzontale su cui elementi diversi, ma di uguale valore, generano movimento energetico e quindi narrazione condivisa”

Marinella SenatoreMarinella Senatore, We Rise by Lifting Others, 2020, ©photo OKNO studio


Alta oltre dieci metri e costituita da centinaia di luci LED, l’installazione invade le proporzioni rinascimentali del cortile di Palazzo Strozzi creando una sorta di cortocircuito estetico, un’esperienza fra storia, cultura popolare e strutture sociali, da sempre elementi alla base della ricerca dell’artista. Prodotte in collaborazione con artigiani pugliesi, le luminarie sono caratteristiche della pratica di Marinella Senatore per il loro valore sociale: una struttura monumentale, sebbene effimera, che crea uno spazio di socializzazione. A Palazzo Strozzi queste luci si intrecciano in suggestive architetture fatte di colori, inquadrando tre frasi volte a creare una sorta di attivazione poetica di ognuno di noi sul concetto di comunità: “The Word Community Feels Good”, “Breathe, You Are Enough” e “We Rise by Lifting Others”.

La componente testuale è sempre centrale nel lavoro di Marinella Senatore, che spesso impiega nelle sue opere slogan politici, frasi tratte da manifestazioni di piazza o citazioni da filosofi come Zygmunt Bauman, Jacques Rancière e Judith Butler. La frase che dà il titolo al progetto, “We Rise by Lifting Others” (Ci eleviamo sollevando gli altri), serve come diretto invito a creare nuova consapevolezza, motivazione ed emancipazione nella relazione con l’altro. Il cortile diviene un luogo di scambio, anche a distanza, con i suoi portoni aperti alla città: un punto di passaggio, sosta e meditazione, uno “spazio nello spazio” che invita a riconquistare il nostro senso di comunità e di relazione tra esseri umani, ma anche un luogo che genera forza, energia e narrazione.

Il progetto si completa e si apre ulteriormente al pubblico con un calendario di workshop ideato specificatamente dall’artista per l’occasione e per la dimensione digitale, a cui sono stati invitati a partecipare oltre cento persone selezionate tra gruppi, istituzioni e associazioni che negli anni hanno partecipato alle iniziative di Palazzo Strozzi: studenti liceali e universitari, frequentatori di centri diurni e RSA, detenute del CPIA1 Firenze e della Casa Circondariale di Firenze Sollicciano, insegnanti, educatori, volontari e artisti. In questa serie di incontri online l’artista e un team di sue collaboratrici lavoreranno a partire dalle frasi delle luminarie per una riflessione sulla relazione tra linguaggio verbale e non verbale, in una sinergia tra letteratura, movimento e corpo. L’artista guiderà il gruppo di lavoro in una serie di attività incentrate sul rapporto tra individui e tra corpi per dare forma ai limiti e alle possibilità della vita di comunità in questo momento storico.

A conclusione di questa esperienza creativa saranno elaborati una serie di contenuti che saranno resi fruibili liberamente da tutto il pubblico attraverso i canali digitali di Palazzo Strozzi, creando così un ulteriore spazio di connessione tra le persone. Come dice la stessa Senatore: “Pensarsi comunità significa anche questo: persone che attivano altre persone. Pur non entrando in contatto direttamente, le istanze di ognuno di noi, nelle mani degli altri, filtrate da diverse memorie, autobiografie, desideri e pensieri, verranno portate a un risultato completamente diverso”.

Parallelamente, Palazzo Strozzi propone anche un ricco programma di appuntamenti online rivolti a tutto il pubblico, con speciali attività per famiglie, scuole e adulti e un ciclo di conversazioni che metteranno in dialogo Marinella Senatore e Arturo Galansino con personalità internazionali del mondo dell’arte, della cultura e della creatività contemporanea come la curatrice spagnola Chus Martínez, il collettivo russo Pussy Riot, l’italiana Maria Grazia Chiuri, Direttrice artistica delle collezioni donna Dior, e l’economista italiano Pier Luigi Sacco.

Marinella SenatoreMarinella Senatore, We Rise by Lifting Others, 2020, ©photo OKNO studio




Marinella Senatore

D - Com’è nato il progetto “We Rise by Lifting Others”?
Cosa hai voluto trasmettere in un momento in cui ci si trova nell’impossibilità di fruire liberamente dell’arte?

Marinella Senatore - Lavoro dal 2014 con le luminarie: sono elementi, parte di quella cultura popolare che tanta importanza ha nella mia pratica e la collaborazione con artigiani, compositori, coreografi, operai, attivisti è alla base di molte scelte anche estetiche. Delle luminarie io cito solo alcuni aspetti, in particolare rosoni e portali che diventano ruote simili a mantra, dunque elementi catalizzatori di energia e sono sempre pensati come monumenti al presente, alle persone, al qui ed ora. Nell’opera a Palazzo Strozzi mi interessava realizzare una installazione che fosse una architettura temporanea (che è l’aspetto che più mi interessa dell’architettura contemporanea in generale) e sociale, non un monumento ad una figura di potere storica, (in questo senso detesto il concetto di monumento), ma ad una idea di comunità, celebrativa sì, ma di una idea molto diversa.
I testi che vi includo partono da persone altre che attivano a loro volta persone: li riprendo dai miei archivi, possono essere parole che vedo sulle t-shirt di manifestanti in strada o condivise nelle esperienze partecipative che faccio non sono neanche dei motti che vogliono insegnare qualcosa a qualcuno sono semplicemente parole di persone date ad altre persone.

Marinella SenatoreMarinella Senatore, Dior, collezione Cruise 2021


D - La luce, gli elementi e i toni luminosi sono concetti, forme all’interno del tuo lavoro. Che ruolo hanno giocato nel progetto di collaborazione con Dior per la collezione Cruise 2021?

MS - Proprio il mio interesse per le luminarie ha a che fare tantissimo, innanzitutto, con la dimensione sociale delle luminarie, col fatto che le considero delle architetture effimere non solo per la celebrazione del santo, ma soprattutto, per la celebrazione della socialità. Definiscono degli spazi laddove non esistono, delle temporanee piazze; circoscrivono degli spazi dove possono accadere delle cose e, la più interessante tra queste, sono le assemblee delle persone. Il concetto di assemblea per me rimanda a una riunione di persone, non mi riferisco soltanto all’assemblee politiche o all’assemblee dove si prendono delle decisioni, mi riferisco ai corpi in assemblea, questo è più interessante per me: una sorta di alleanza di corpi. È chiaro, per me, che le luminarie sono interessanti anche da un punto di vista forse affettivo, e non perché, come molti hanno scritto, sono nata nel Sud Italia e quello è il mio immaginario, ma per il mio lavoro nel cinema. Al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ho lavorato con grandi direttori della fotografia e, quindi, ho lavorato con la luce; il corso di fotografia, tradotto per la cinematografia, significa direzione della fotografia e quindi delle luci, e camera, quindi movimenti, angolazioni e punti di vista. Tutto era molto poetico, ma il mio ruolo era anche molto tecnico e ho lavorato così, infatti, nei miei lavori video, nei film, c’è un’attenzione estrema alla luce. Per il progetto nella città di Lecce mi sono relazionata, innanzitutto, con la luce, in modo da non coprire il bellissimo barocco leccese ma interagire con la piazza Duomo; in merito a questo, non mi sento di validare le pochissime polemiche fatte, non nei miei confronti, ma nei confronti dei costruttori delle luminarie che, per alcuni, in teoria, avrebbero coperto il bellissimo barocco. Noi abbiamo fatto una sovrascrittura.

In questo progetto ci sono tanti livelli narrativi: la musica, il canto e gli strumenti, la danza, le modelle con il loro percorso, che era ben definito e ripeteva la raggiera del pavimento della piazza, tutto assolutamente studiato. La sovrascrittura era anche nei vestiti che riprendevano elementi precipui della zona.

Poi c’erano le luminarie, e poi ancora c’era il barocco leccese; sono tutte incursioni artistiche volte ad un’armonia di tutti gli elementi, gli artisti quello fanno, o dovrebbero fare, nello spazio pubblico. Tu sai quanto tenga allo spazio pubblico, sia fisico che mentale e sociale, e, per un momento, tutto questo è diventato una scatola magica.

L’elemento luminoso: ho osservato tantissimo la luce, come lavorava sui monumenti, quindi sulla cattedrale, sui palazzi adiacenti, ma anche nelle strade che portavano alla piazza Duomo. Abbiamo pensato ai colori, in contrapposizione ma, a volte, in armonia con i colori del lavoro stilistico di Maria Grazia Chiuri, per generare appunto delle energie. Ho pensato molto anche assieme agli artigiani che hanno costruito le luminarie, i fratelli Parisi, a come poter lavorare sulla luce in una maniera anche discrezionale, tanto è vero che non tutte le luminarie erano accese nello stesso tempo – c’erano delle accensioni diverse – si è lavorato addirittura sul buio, per cui anche la luce è una scrittura ulteriore: si parla di narrazione.

Marinella SenatoreMarinella Senatore, We Rise by Lifting Others,2020, ©photo OKNO studio


D - L’installazione “We Rise by Lifting Others” è proseguita con un workshop partecipativo online. È possibile fare arte e creare comunità stando dietro allo schermo di un computer?

MS - Sì. So da una quindicina d’anni che è possibile farlo. Si fa arte con chi sta dietro le sbarre di un carcere, come con chi risiede nelle RSA ed è dimenticato da tutti. Per citare due dei principali gruppi che stanno lavorando con noi. Nei workshop siamo partiti dalle frasi dall’installazione per una riflessione sulla relazione tra linguaggio verbale e non verbale, in una sinergia tra letteratura, movimento e corpo. La luminaria è un po’ come il centro propulsore dell’energia di tutti, il monumento che celebra pure i nostri partecipanti. È stato importantissimo avere questa grande presenza che ricordasse loro che erano un gruppo, che avevano un valore e che erano in connessione con tutte le persone che la fotografavano...


Marinella Senatore (Cava de' Tirreni, 1977)
Tra le artiste italiane più note a livello internazionale, Marinella Senatore porta avanti una pratica caratterizzata dalla forte dimensione partecipativa che incrocia discipline diverse, arti visive, danza e teatro. Nel 2013 ha fondato The School of Narrative Dance, un progetto didattico e itinerante incentrato su inclusione e azioni collettive urbane.
Ha realizzato installazioni, performance, dipinti, collage, video e fotografie, coinvolgendo intere comunità intorno a tematiche sociali e questioni urbane, quali l’emancipazione e l’uguaglianza, i sistemi di aggregazione e le condizioni dei lavoratori. Le sue opere sono state esposte in diverse sedi, in Italia e in tutto il mondo, come il Centre Pompidou di Parigi, il museo MAXXI di Roma, la Kunsthaus di Zurigo, il Castello di Rivoli, il Palais de Tokyo di Parigi, la High Line di New York, il Museo Madre di Napoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, la Serpentine Gallery di Londra, Palazzo Grassi a Venezia, Musée d’art contemporain di Montréal, la Schirn Kunsthalle di Francoforte, il Queens Museum di New York, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, il Moderna Museet di Stoccolma. Ha partecipato a molte importanti biennali internazionali, come Manifesta 12 e alle Biennali di Lione, Liverpool, Atene, Havana, Göteborg, Shenzhen, Thessaloniki, Cuenca (Ecuador), Sao Paulo, Bangkok, e nel 2011 alla 54a Biennale di Venezia «ILLUMinations».
Marinella Senatore ha vinto la quarta e ottava edizione dell’Italian Council, il Premio MAXXI, la fellowship dell’American Academy in Rome, il New York Prize, Castello di Rivoli Fellowship, la Dena Foundation Fellowship, l’Art Grant della Foundation of Arts and Music di Dresda.

 


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