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  DAIMON. L'HEGEMONIKON Cinema da camera / Videoinstallazione anaglifa, 2007
ZAPRUDER
Vedere non è una cosa semplice, VEDERE è un impegno. Frammenti
 

 

 

GUARDARE è STARE DI FRONTE AL TEMPO.

Di fronte all’immagine come DAVANTI ALLA LEGGE. La sua luce ci acceca, ci tiene a distanza.

Lo spazio segreto tra le cose.

PLETORA. Il Dono proiezione anaglifa
Stereoscopia

 

La visione naturale è la sintesi che si opera attraverso la percezione visiva binoculare. Un oggetto posto a distanza finita da un osservatore viene registrato dalle retine e trasmesso al cervello con due immagini dello stesso oggetto visto da punti di vista differenti. Il cervello elabora le due immagini bidimensionali in un'unica immagine IN RILIEVO, consentendoci di stimare le dimensioni attraverso una valutazione differenziale relativa.
Questo effetto percettivo si chiama STEREOSCOPIA. La stereoscopia consiste in capacità di avere (vedere) il senso della profondità ( tre dimensioni)

L’ANAGLIFIA (dal grego anaglyphos letteralmente RILIEVi SCOLPITi) è una tecnica che consente di riprodurre artificialmente i meccanismi che presiedono alla visione binoculare.

Immersione nell’immagine. Eccesso di volumi.
Un invito a spalancare gli occhi fino alla nausea.
Sentire di vedere è possibile perché il principio della visione esiste tanto come potenza di non-vedere. Occhio tattile.

La paura della morte è l’unica cosa che toglie all’uomo la sua dignità, gli impedisce di appoggiarsi alla ragione, di sfidare la fortuna e il dolore, di conquistare la sua ‘gravità’ e la sua eroica VERTICALITà TRAGICA.

Durante la dominanza dell’emisfero dx viene stimolata la fantasia e la creatività come quando si sogna ad occhi aperti ed è in questa fase che si verificano con più frequenza lapsus, distrazioni e incidenti; viceversa quando è l’emisfero sinistro ad essere più attivo siamo più vigili su ciò che ci circonda e sono più pronte le nostre capacità analitiche, matematiche e razionali

PLETORA dal gr. PléTHORA pienezza derivativo di plethein ‘essere pieno’

Med:anomalia modificazione in eccesso della massa sanguigna/ floridezza del corpo attribuita a ipervolumia o a policitemia.
Costituzione florida, sanguigna, tipica dei soggetti pletorici.

Bot: eccesso di succhi in una pianta; sovrabbondanza

PLETORA sinonimi: abbondanza, caterva, mare, marea, miriade, montagna, pozzo, profluvio, PROFUSIONE, SOVRABBONDANZA, SPROPOSITO, STRAGE, SUBISSO, GRANDINE, MASSA, MONDO.

 

Pletora.Il dono

Oh meraviglia!

Io sono cibo! Io sono cibo! Io mangio cibo!

Un dono è qualcosa che non otteniamo attraverso lo sforzo. Non possiamo comprarlo, non possiamo acquistarlo mediante un atto di volontà.

DONO INTERIORE è il dono che , quando giunge, parla con autorità all’anima e ci tocca in modo irresistibile.

Donatore indiano: espressione americana tutt’ora in uso per indicare un amico così incivile da chiederci un regalo in cambio del suo.

L’opposto di donatore indiano è forse capitalista. Priorità cardinale del dono: il dono deve sempre muoversi.

Nelle fiabe la punizione per chi cerca di trattenere un dono è in genere la morte; per gli UDUK il rischio= danni provocati dalla tempesta.

Mauss traduceva il verbo POTLATCH con nutrire, consumare e potlatch sostantivo come colui che nutre, posto dove ci si sazia.

CORDIALE liquore dotato di proprietà stimolanti per il cuore.

BALLEN IOCSHLAINT tettarella di icore o tettarella della salute. L’ICORE è il liquido che scorre nelle vene degli dei al posto del sangue.

MAORI HAU spirito, in particolare spirito del dono è lo spirito della foresta che dona cibo.

Nutrire lo HAU è alla lettera quello che nel lessico della cibernetica si chiama FEEDBACK.

‘chiunque apre il ventre è mio’ ES 34

pecore, vacche e bambini vanno sacrificati. Spanderai il loro sangue sull’altare e farai fumare loro il grasso: sacrificio di fuoco in odore gradevole al Signore.

La carne sarà per te (Nm 18,15-18)

Tutto ciò che è contenuto entro un confine contiene in se anche il proprio esaurimento.

L’introduzione del Signore nel circuito trasforma l’io in cui il dono si muove in una maniera radicalmente diversa, dilatandola al di là dell’io tribale e oltre la natura. Il DONO ora TRAVALICA OGNI CONFINE ED ENTRA NEL MISTERO.

 

Il passagio al mistero è sempre un ristoro.

Quando il dono nasce da profondità impossibili da scandagliare ci sentiamo più leggeri: sappiamo allora che è inesauribile.

 

Non ogni accadimento è un evento, ma solo quello che si presenta TYCHE. Che cosa intendevano i greci con questa parola? Originariamente essa era percepita come il contrario di AMARTIA, che vuol dire far partire un proiettile che non coglie il bersaglio, errore, peccato, colpa. Quindi nella parola tyche è implicita l’idea della riuscita.

Tyche è espressione di una situazione di grazia che interpreta l’esperienza della vittoria. Negli scrittori dell’epoca classica il suo significato oscilla tra il caso e la fortuna.

TYCHE ciò per cui la realtà differisce dal ragionamento, ma a cui il miglior ragionamento deve sapersi adattare.

La fête de l’incarné serait le lieu d’un combat inapaisable, implacabile; insaziabile faim – fame

Soif inapaisable – sete inestinguibile; douleur inapaisable – dolore che non può essere lenito

Inapaisé = insoddisfatto

Tôt ou tard volerait en éclats (splendore, scoppio) volare in uno scoppio

Ne pas l’avoir volé : meritarselo

Immagine e ouverture, carne e inconscio sono indissociabili come la stessa materia è indissociabile dagli intervalli che la fanno TENERE o CONSISTERE (tenir : sostenere, mantenere)

OUVERTURE ( apertura, italianizzato in overtura durante il fascismo)

Dans le demain de la photographie, l’ouverture dèsigne le rapport entre la distance focale et le diamètre de la pupille d’entrée de l’objectif photographique. Elle sert à faire varier la quantitè de lumière venant impressioner le film et la profondeur de champ. L’overture influence directement la profondeur du champ.

RIVELAZIONE e LACERAZIONE en même temps.

(révèle) e (déchire)

pletora

 

PLETORA.IL DONO sinossi
un uomo, nella sua trincea, si sforza in ogni modo di sostituire al vuoto del pensiero quei momenti in cui, nonostante tutto, parve aprirglisi il fondo dei cieli. Evocato dal sapore di un piacere delizioso il tempo perduto viene liberato dall'incanto che l'aveva sopito tornando a muoversi nella struttura circolare del dono.

ZAPRUDER filmmakersgroup

 

Pletora. Il dono
Film anaglifo

Con Eleonora Amadori, Nicolò Corini, Domenico Di Viesti - Scritto e diretto da David Zamagni e Nadia Ranocchi - Direttore della fotografia Monaldo Moretti - Montaggio e sonorizzazione Zapruder - Musiche originali Francesco ‘Fuzz’ Brasini e Zapruder - Scenografie Zapruder con la collaborazione di Alessandra Brunelli, Mirco Guidi, Giancarlo Bianchini, Matilde Neri - Scultura Michela Nibaldi - Sampling audio Giancarlo Bianchini (AZT) Produzione: Zapruder, Galleria Enrico Fornello (Prato), Leonardo Monti
(21’ HD col e B/N)

 

GOODBYE FOR NOW
WE WILL MEET AGAIN
I INTEND TO EAT YOU

 

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