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Cariatidi
Marta Dell'Angelo




"(...) Queste cariatidi si ribellano virtualmente al peso dell’elemento architettonico marmoreo, che segna la quota del primo piano, non sono colonne umane, prigioniere del peso dell’archi- tettura, ma figure libere che balzano, danzano, si tuffano, fanno la verticale, la spaccata, le capriole, si inginocchiano, si girano, si alzano in punta di piedi, sfuggendo alla rigida geometria dello spazio. Questi corpi sembrano partecipare a un rito pagano, un baccanale contemporaneo in cui il corpo femminile nudo è rivendicazione di libertà, e di azione, una forma visiva di écriture féminine. (...)
Ilaria Bonacossa


(...) Anche il nome-format Wallpaper è un gioco: c'è il muro, c'è la carta, ma non è la carta da parati che aderisce al muro come una pelle (...). È carta quasi volante, appena ancorata da un piccolo chiodo, carta-plurale, frammenti regolari sovrapposti irregolarmente. Nel loro mutuo rapporto parole e figure continuano non solo a contaminarsi (esistendo parole-parola, parole-figura, figure-parola e figure-figura). (...)
Stefano Bartezzaghi


(...) Il corpo, pesante fardello, contenitore di ciò che siamo, confine con ciò che non siamo, simbolo e rimando alla fragilità della nostra esistenza, effimera barriera su cui, da nati, cominciamo a tracciare il ritratto della nostra identità. Il corpo ci rimanda alla perenne inquietudine in cui viviamo, alla tensione tra l’Io e l’altro, tra il privato e il sociale, tra l’autobiografia e la storia. Ogni interazione fra il proprio corpo e un altro corpo lascia un segno, plasma il nostro essere in funzione di quella relazione. Conserviamo frammenti di un corpo altro all’interno di noi, una traccia sinaptica che fa dell’altro, parte di noi. (...)
Ludovica Lumer


(...) Le prime carte, quelle raccolte nella busta di plastica, sono entrate a casa mia, a Nosadella.due (perchè è anche uno spazio di ricerca artistica) e ancora vivono qui con me, scomposte, frammentate, umide e dispettose, un'opera precaria nella sua fragilità che è diventata altro, che diventa altro, ogni volta, infedele, irrefrenabile, volatile, incapace di fissarsi in un'unica forma. Eppure io quei fogli di carta non li volevo...Ma fogli di carta? Ne sei sicura?...così le ho chiesto quando me l'ha proposto...Fotocopie? Sì! Centinaia, migliaia di fotocopie...faceva le prove e mi mandava le foto. (...)
Elisa del Prete





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