..a merge of
physical and
virtual
spaces "
   
Laura Beloff 2007 heart-donor  
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Arte indossabile, hybronaut e standards
 
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Museo Pecci
Aspects of Art and
Technoetics 2007 ::

 

Ho dato titolo a questa presentazione "Arte indossabile, ibronauti e standards" evidenziando che si tratta di "indossabili" come strategia artistica. Sono interessata ad esperimenti ed opere d'arte realizzate sotto forma di "indossabili" - Tecnologie e oggetti di uso comune che non necessariamente ne seguono le caratteristiche tipiche.

Ho concentrato la mia attenzione su quelle opere che consentono di vivere il mondo e ciò che io chiamo lo spazio "ibrido" in modo diverso da quella che potrebbe essere definita 'percezione standard'.

Farò alcuni esempi di esperimenti e definizioni che hanno come riferimento l'arte indossabile.
Timo Kopomaa sostiene che il telefono cellulare - come strumento dii comunicazione, crea uno spazio parallelo al lavoro e all'ambiente della casa.
Il cellulare con le sue connessioni forma un terzo spazio, per incontrare amici o come luogo in cui ritirarsi in sicurezza e nella propria privacy, pur in mezzo ad uno stile di vita urbano.
E quindi il cellulare è legato ad una connettività totale, continua.
Come scrive Kopomaa - è uno strumento non solo per stare in contatto, ma uno strumento per stare insieme -

Un altro teorico, americano, Anthony Tanzen ha osservato che il tempo è il cambiamento più importante che ha avuto luogo con le nuove opportunità di stili di vita offerte dai cellulari.
Invece di vivere all'interno di uno schema tradizionale basato su minuti-ore-settimane, gli individui adesso vivono in un flusso continuo di negoziazione, riconfigurazioni e riprogrammazione. Tanzen ha definito questo come uno "Fone Space".
Una persona che vive nel " Fone Space " non può liberarsene. E' un collegamento primario con il mondo frammentato dal punto di vista temporale e spaziale, degli eventi personali, di amici e colleghi, come pure di una riconfigurazione costante di programmi ed incontri.

Un'altra definizione pertinente è fornita da Adriana de Sousa e Silva che sostengono - ...il mixer di pratiche sociali che hanno luogo simultaneamente negli spazi digitali e fisici, insieme alla mobilità, crea il concetto di realtà ibrida -
Secondo Sousa e Silva lo spazio ibrido emerge espressamente come uno spazio sociale, creato da ambiti sociali, da interazioni che si sviluppano simultaneamente nello spazio fisico e digitale.

La maggior parte di noi vive ed abita spazi ibridi attraverso l'uso di strumenti mobili ed altri strumenti per la connessione mobile.
Portiamo spazi individuali come tasche di privacy - come descritti da Kopomaa...
Tutti questi spazi individuali sono definiti come privati, ciò nonostante la realtà pubblica e fisica che li circonda ne è parte integrante:
memorie personali di situazioni o di incontri con amici che possono avere avuto luogo in questi spazi privati resi possibili dalla tecnologia, sono spesso ancorati come memoria alla loro collocazione fisica. La realtà fisica continua ad avere la sua funzione tradizionale come ricordo di passati eventi e di incontro.

Anche i nostri cellulari sono sempre accesi, siamo sempre collegati attraverso di essi.
Il concetto di spazio ibrido che noi condividiamo con gli altri corpi connessi e le sue più ampie possibilità, spesso passano inosservate.
Questo potrebbe essere definito come risultato dei nostri atteggiamenti standardizzati verso le tecnologie.

 

Gli strumenti tecnologici vengono spesso studiati e analizzati per una loro usabilità e funzionalità.
La nostra pratica con essi è spesso influenzata dalle prospettive strumentali. Gli strumenti mobili sono spesso considerati per compiti pre-specificati : mandare messaggi, sms, ricevere chiamate, leggere email, pagare le bollette...
Come poi le possibilità offerte per l'uso di strumenti che spesso oggi vengono standardizzati, ristretti a funzioni specifiche.
Inoltre la personalizzazione dei nostri cellulari privati, con suonerie e gadget, in realtà crea una idea falsa di libertà. Anche se possiamo scegliere una ampia gamma di computers e telefonini ed altri beni, questi sono ancora all'interno di sistemi tecnologici molto più grandi. Teddy Nike scrive - che è molto più facile scegliere fra molti telefoni, di quanto non sia "fare" senza un telefono.

Nell'attuale situazione lo spazio ibrido è raggiungibile soltanto tramite interfacce standardizzate come ad esempio i telefonini con possibilità funzionali specifiche.
Vivere lo spazio ibrido diversamente è quasi impossibile per un consumatore medio.

Lo sviluppo di queste tecnologie ha avuto un impatto su diverse opere artistiche.
Alcune opere artistiche sperimentano nuove prospettive che si oppongono alle percezioni standardizzate.
In un opera che si intitola - Time Drum - il performer porta con se una sorta di strano tamburo collegato ad un gps - che appunto suona il pattern delle coordinate gps che riceve -
E quindi spostandosi si suona con queste percussioni.
Il performer funzionerà così come un punto, un legame tra gli stati reali e virtuali della spazio pubblico.

Atsuko Tanaka - del movimento artistico Gutai - ha sviluppato diverse attività ed happening, soprattutto nei suoi interventi che trattavano di materia e corpo.

Christopher Witchcock con uno strumento trasforma l'audio Skype della strada attraverso un fotosensore. Quando ha prodotto questa opera viveva ancora in Polonia, nel periodo che esistevano molte restrizioni alle libertà personali.
Alicia Clark fin dagli anni settanta ha creato vestiti e strumenti per far provare nuove esperienze all'utente, ed ha proseguito il suo lavoro passando ad organizzare sessioni terapeutiche - individuali.

Poiché sono molto interessata alle opere artistiche e agli esperimenti, diversamente dall'approccio funzionale - spesso queste opere, sono come attrezzi dall'aspetto un poco strano - indossabili - oggetti che offrono una direzione concettuale piuttosto che puramente funzionale rispetto alla tecnologia.
In certi casi un' opera molto semplice è offerta al pubblico perché la si adotti, cosi da diventarne una specie di genitore adottivo, opera che viene con voi in qualunque luogo voi vogliate.
Fatta dunque per il lungo termine. In genere la si indossa per alcuni giorni. C' è un numero di telefono incorporato, un numero reso pubblico - così quando viene mandato un sms - tutto è raccolto in una memoria... proietta una immagine - Vi sono diverse versioni!

Una persona, un corpo associato ad uno strumento indossabile, abbastanza straordinario - diventa una sorta di viaggiatore dello spazio che è attrezzato per vivere all'interno di uno spazio ibrido.
Questa figura che io chiamo " hybronaut " può fissare spazi ibridi producendo una prospettiva non standardizzata su questo spazio - ed indicando i modi ristretti con i quali attualmente utilizziamo gli spazi ibridi.

 

Kopomaa e Thausen hanno articolato la presenza di spazi individuali e privati che sono formati grazie alle connessioni offerte dagli strumenti mobili come i telefonini. Spazi individuali che diventano notevoli sopratutto quando usiamo i nostri strumenti mobili per eseguire compiti specifici, sebbene poi l'esistenza di questo mondo tecnologicamente connesso è spesso impercettibile.
Al contrario l'ibronauta può soltanto esistere in un mondo continuamente connesso.
La sua attrezzatura è stata costruita per esplorare e vivere, osservare spazi ibridi, piuttosto che esistere come oggetto che funziona per eseguire certi compiti.
Alcuni strumenti indossabili - parte essenziale dell'ibronauta, stimolano curiosità proprio attraverso il suo aspetto visivo.
Ciò incoraggia l'interazione e la comunicazione con il pubblico - L'ibronauta è anche un utente che diventa un performer...

L'ibronauta porta il suo mondo con se, e indica al pubblico le sue indagini private che riguardano la connessione, le relazioni di spazio - presenza reale e virtuale.
Quindi l'ibronauta può essere paragonato ad un flaneur. L'aspetto del flaneur era influenzato dalle circostanze materiali della città moderna, ad esempio il concetto recente di grandi magazzini.
In modo simile il concetto di spazio ibrido ed anche la figura dell'ibronauta sono comparsi all'interno dello sviluppo tecnologico delle reti senza fili e mobili.
Il flaneur come l'ibronauta è una figura di strada che passeggia per la città senza una destinazione precisa, semplicemente osservando la vita. La differenza sta nel fatto che l'ibronauta passeggia, vagabonda ed osserva la vita all'interno di uno spazio ibrido.
Il flaneur era piuttosto incuriosito dalla vita urbana emergente, all'interno del mondo fisico.

Una mia opera: "Seven mile boots" del 2003 - sono degli stivali che si possono indossare.
Dal punto di vista tecnico richiedono una rete Wi fi, perché questi stivali delle - sette leghe - che quando vengono usati - si cammina sia nel mondo fisico che in internet - camminano sui livelli chatting di Internet.
Così se arrivate in una chat-room dove sta andando avanti una discussione, la sentirete.
La punta degli stivali è allungata, quì vi sono dei quadratini che sono degli altoparlanti da cui sentirete il suono delle voci. A quel punto dovrete fermarvi.
Si tratta di una sorta di flaneur virtuale che va nello spazio ibrido che reale, che può incontrare persone virtuali, se vorrete ascoltarle vi fermate oppure, continuare per la vostra strada.

Un' altra mia opera è - Tratti - abbastanza recente, 2006 / 7. E' un generatore di rumori per bambini, ispirato da mia figlia.
L'idea iniziale era di fare un generatore di rumori per bambini che incorporasse un' immagine e la trsformasse in suono.
A quel punto abbiamo notato che è più divertente per i bambini poter registrare una piccola clip del suono che loro vogliono fare, così da poter esser modulata.
Adesso ha una nuova funzione: oltre a questa connessione locale, ha anche una connessione con una località lontana - e vi trasmette quindi dal punto in cui siete -
e mostra il sound Skype da un satellite.

 

In quest' altra opera - Heart - donor / 2007 - con il proprio guanto si può registrare il battito cardiaco in questa specie di gilé in cui ci sono trenta slot - e ciascuno è il ritmo cardiaco di una persona.
Funziona utilizzando uno strato tecnologico - il colore verde è il colore di default, di quando si registra. Poi quando si è registrato, l'opera vi chiede se avete un nome su Skype, un nike name da mettere su questo cellulare - questo oggetto saprà se siete online o offline, cosi il cuore batterà in roso o in verde.
Quindi la frequenza cardiaca è utilizzata come presenza di vita fisica associata ad un altro segno di presenza globale.
E' un opera concepita non come uno strumento o una funzione specifica, piuttosto come apparecchio indossabile per permettere l'esistenza quotidiana nello spazio ibrido.
Si diventa dunque osservatori del mondo ibrido...

Pubblico
Vorrei sapere delle condizioni sociali e generali, dal punto di vista dello spazio pubblico, per il quali si può usare il termine flaneur che secondo Boudelaire e Benjamin era un termine collegato ad una condizione molto specifica dello spazio pubblico dell'epoca - E le condizioni odierne nelle quali non so se possiamo ancora parlare di spazio pubblico con lo stesso senso di come si faceva nel '18 secolo.

Laura Beloff
Sono concorde che è una situazione diversa e questo fa parte della mia attuale ricerca. Sto lavorando e non ho una risposta chiara.
L'ibronauta certo non potrebbe esser esistito prima di questa epoca, ma di certo le reti sono rese possibili dal commercio.

 

Artext08