Claudia Castellucci    
  Setta. Tele e cartoni dipinti in catrame che illustrano il libro “Setta. Scuola di tecnica drammatica” Misura totale: 6 m. x 2 m., 2014
Setta Quadri di comportamento
CLAUDIA CASTELLUCCI
 
   


Appunti per l’arte didascalica


Ho deciso di spiegare i contenuti del mio libro attraverso una serie di quadri didascalici. Scelgo la spiegazione, e non la teoria, come nel libro. Invito i critici alla teoria.
Il libro in questione si intitola “Setta. Scuola di tecnica drammatica”.
Ci sono pensieri pratici: esercizi che servono a fondare una scuola reale, così come reali sono le decisioni che si prendono in merito al contatto con questa.

Le opere che faccio sono tutte, in un modo, o in un altro, didascaliche. Anche la tecnica e la materia sono utili ad apprendere. Il catrame come pigmento pittorico, ad esempio, è una materia significativa di per sé. Quando mancano le idee, e ciò nonostante si vuole produrre per un indomito gesto di opposizione e di creazione surclassante il ripiegamento, è sufficiente attaccarsi a una materia significativa di per sé. Il catrame è una di queste. Non voglio esprimere una teoria, ma invitare alla prassi. La prassi è comunque un dominio di ordine metafisico che allontana l’utilitarismo e l’utilitario: solo l’utile accetta. Questa arte, l’arte che accetta questo ordine, è un’arte che serve.

Tu vuoi poetare, cioè costruire una realtà del bello e del buono.
Non sai che fare?
Prima di tutto compera una materia significativa di per sé e riproduci il mondo usando quella.
Non ti preoccupare assolutamente delle idee. Per il momento, fidati soltanto della materia. Sii caparbio e quotidiano.
Non trovi la materia? Usa te stesso. La materia saranno gli esercizi. Gli esercizi sono la sostanza del mio libro.

Avevo bisogno del nome “setta” per indicare il primo movimento della scuola, che è un movimento di separazione. Io non ho vere e proprie idee. Lo scopo didascalico delle mie opere è ciò che perseguo. Tutte le parole che dico e tutti i quadri che faccio sono spiegazioni e poco altro.

Espongo due Ordigni. La parola ordigno è bella. In mezzo racchiude il senso dell’ordine, ma lo stringe in modo minaccioso. In realtà la parola deriva dalla innocua “suppellettile”. La decorazione potrà mai essere utile? Certo. Io tratto l’ornato come qualcosa di utile a vivere.
Il primo ordigno è un prontuario pieghevole. Uno lo apre e lo attua. Dentro ci sono figure da imitare. Stessa cosa con la Colonna istoriale. Sette persone si raccolgono attorno a essa e prendono a imitare i gesti raffigurati che essa sostiene sulla base e sul capitello.

Un giorno mi sono fermata di fronte a un giornale aperto. Ho fermato il giornale. Ho ritagliato la figura che avevo di fronte. L’ho tolta dal giornale. L’ho giudicata e sigillata. Ho giudicato utile fare questo.

Ho considerato le otto lettere palindrome dell’alfabeto latino. Possono essere lette da sinistra a destra, o da destra a sinistra; di fronte e da dietro. Sono perciò lettere particolarmente generose e, data la loro natura semantica, significative: disponibili ad agganciare tutte le altre.
“Quello che è importante è il carattere aleatorio della presa che questi ganci procurano, per un incontro che dà luogo al fatto compiuto. E’ così che si vede il mondo della vita, ma anche il mondo della storia, consolidarsi in certi momenti”. (L.A.) Scusate se non scrivo chi ha espresso questo pensiero, ma ho fatto il voto dell’artista che rinuncia alla teoria, a favore della spiegazione, possibilmente personale. Sono disponibile a rivelare chi sia solo a chi si ricordi di chiedermelo personalmente. L.A. merita questo sforzo.

A proposito di lettere e di linguaggio verbale. Un giorno ho concepito una lingua sintetica. Sono partita da 400 parole, le più prossime al linguaggio della comunicazione, e le ho sistemate nell’anello più esterno di un disco, dividendole già in aree di significato. Poi le ho raggruppate in fasci di cinque trovando una parola che le riassumesse e così ho ricavato 80 parole che ho sistemate nel secondo anello concentrico del cerchio. Ho fatto la stessa cosa per il terzo anello e per il quarto, dove ho scritto quattro parole. Con queste si può dire tutto. Con queste ci si può veramente capire.

Claudia Castellucci



Museo Marino Marini Firenze
Setta. Quadri di comportamento
presentazione di un libro tramite quadri ed esposizione di opere
a cura di Silvia Fanti,



   
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